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Resilienza
Resilienza

Resilienza

Sai che cosa dice il dizionario quando vai a cercare questa parola? Te la riporto: “Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà”. Uau!! già solo da queste tre righe lo senti quanto é potente questa parola? Nell’ultimo periodo (e vi parlo di mesi) più volte ho pensato a questa parola durante le mie giornate. Erroneamente l’ho associata al non mollare mai, al non abbattersi davanti alle difficoltà. Si perché ci sono state molte situazioni in cui avrei voluto mollare tutto e chiudermi in una scatola senza vedere ne ascoltare nessuno.

Ma poi c’era sempre qualcosa che mi faceva voltare la faccia da un altra parte, verso un nuovo orizzonte, verso un nuovo obiettivo. Eh si ammetto che la volontà fa già tantissimo, ma la resilienza é differente, qui ti viene chiesto di affrontare qualcosa di traumatico in un modo completamente diverso da quello che ci hanno insegnato, qui ti si chiede di prendere la situazione e girarla, modificarla, guardarla da un altra prospettiva finché non riesci ad gestirla in un modo che ti permetta di crescere, di vederla come un opportunità e non come un ostacolo. Quindi direi che la sola volontà in questo caso non basta.

Ed effettivamente la cosa più difficile, é cercare di prendere le distanze da una situazione che stiamo vivendo, osservarla, prendersi il tempo, ed ammettere che ha anche altri lati, altre vie d’uscita e con calma scegliere quella che fa più al caso nostro.

Nel mondo di mamma, la resilienza significa sopravvivenza, é forse l’arma più potente che abbiamo, e quella che spesso ci salva. I nostri bambini attraversano un infinità di fasi, queste permettono al bambino di crescere, di raggiungere determinati podi e di passare poi al successivo. Essendo piccolo per ogni nuovo scalino da salire, ha bisogno di essere accompagnato da qualcuno di cui si fida, e chi se non la mamma può aiutarlo a fare quel passetto in più? Il compito però é arduo e la nostra pazienza viene spesso messa a dura prova, ed é qui che entra in gioco la nostra arma più forte.

Al momento che la situazione diventa difficile da sostenere, é importante prendersi quell’attimo per RESPIRARE, si sembra una cosa semplicissima, ma in realtà se ci facciamo caso, quando viviamo qualcosa di molto intenso, che sia bello o brutto, il nostro respiro accelera, la temperatura corporea si alza ed i gesti sono meno controllati. In quel preciso momento, é bene prendersi qualche minuto per fermarsi, e riprendere fiato. Solo il fatto di rendersene conto fa si che il nostro corpo si calmi, (il bambino che urla attaccato alle vostre gambe ovviamente no…) e forse in quel breve fermo-tempo, avete la possibilità di estraniarvi dalla situazione.

Ecco proprio lì devo chiedermi, cosa posso fare per modificare questa situazione? quale via d’uscita posso usare? Sì lo ammetto é forse una delle cose più difficili da fare, ma cerchiamo di essere anche indulgenti con noi stesse ogni tanto. Non é una cosa che può essere attuata sempre in tutte le situazioni. Possiamo anche decidere di farlo ogni tanto e

soprattutto quando siamo pronte ad accogliere il pianto di nostro figlio. No purtroppo non é una chiave passe-partout, ma é un piuttosto quel fischietto che vorremmo ogni tanto fischiare durante una partita che dura da troppo tempo.

Credo che questo strumento se utilizzato con costanza ( e anche per questa parola, potrei scrivere un articolo) può veramente fare la differenza nella quotidianità con il proprio piccolo. Il percorso di mamma é un pò come essere un equilibrista, ogni tanto si pende più da una parte, ogni tanto più da un altra, altre volte si riesce a camminare perfettamente sul filo, ma il paesaggio di cui si gode é talmente bello che non potrebbe essere vissuto in modo differente.